Educazione rispettosa: alternative alle punizioni


Faccio sempre molto fatica a parlare di educazione rispettosa (Collaborazione e Emozioni), perché non voglio insegnare nulla a nessuno, anzi, non ne parlo perché so mettere in pratica tutto quello che sto imparando, ma perché sono all'inizio del percorso, ma so che è davvero importante e se con queste condivisioni riesco a mettere in dubbio atteggiamenti che compiamo automaticamente, tanto "si è sempre fatto così", ne sarò felice. 

IO sono la prima a ricadere nei soliti errori e ad arrabbiarmi con me stessa ogni volta che reagisco male davanti ad atteggiamenti poco consoni dei miei figli. Grido, loro non imparano nulla e io mi sento in colpa.. e via così. Ma un piccolo passo in un'altra direzione sto cercando di metterlo in pratica.. quando sbaglio chiedo scusa.. senza se e senza ma e mi perdono, mica sempre azione facile, ma cerco di dirmi "domani andrà meglio". A volte riesco a fare tesoro dei miei errori, altre volte ci ricasco.

Una cosa sono riuscita a cambiare: le punizioni. Prima impartivo punizioni del tipo se non fai così succede questo.. Certo, le punizioni danno un risultato immediato, ma non insegnano nulla a lungo termine.


  

Nel libro "Come parlare perché i bambini ti ascoltino & come ascoltare perché ti parlino" gli autori forniscono indicazioni utili su come comportarsi quando i bambini compiono azioni che reputiamo non adatte:

1. giudicare l'azione: disapproviamola, ma non giudichiamo il bambino o il suo carattere, ma ciò che ha fatto (lanciare le cose non mi piace, può essere pericoloso); 

2. alternative: suggeriamo alternative possibili (mettiamo giù il cerchio di legno, vuoi la palla di spugna o quella più piccola?);

3. conseguenze: facciamo sperimentare le conseguenze di un' azione (quando i pennarelli vengono lasciati senza tappo, si seccano e non funzionano più);

4. aspettative: dichiarare cosa ci aspettiamo che facciano, senza aggiungere minacce (mi aspetto che i pennarelli presi vengano rimessi a posto finito il disegno)

5. rimedio: mostriamo come rimediare (ora serve una spugna per asciugare..).

Minacce, castighi e anche i premi, sono scorciatoie educative.. a volte, quando non abbiamo strumenti sembrano l'unica alternativa, ma ostacolano il pensiero critico e indipendente, quindi a lungo termine non portano a nulla. 

Come già ribadito negli altri post, questi voglio essere spunti di riflessione, non accuse, per noi che siamo cresciuti in maniera tradizionale, siamo immersi in certi automatismi da cui è difficile uscire. Sì è sempre fatto così, è vero, ma l'educazione tradizionale non ha portato a grandi risultati..noi adulti siamo i primi a non riuscire a gestire le nostre emozioni, ma pretendiamo un comportamento appropriato nei bambini. Le neuroscienze confermano che questo tipo di approccio pedagogico è corretto, ma è una grande rivoluzione, quindi bisogna iniziare un passo alla volta, partendo da noi, siamo noi adulti che dobbiamo cambiare, perché adulti più rispettosi generano bambini più rispettosi







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